Muhammad Ali

Nell’ottobre del 1954 l’agente Joe Martin stava ascoltando la denuncia di un longilineo ragazzino di dodici anni a cui era appena stata rubata la bicicletta. Mentre il bambino, descriveva il furto del suo unico bene su questa terra, Joe gli suggerì “Se vuoi che non ti rubino più la bicicletta, devi venire nella mia palestra ad imparare la boxe“.

Due mesi dopo quel bimbo pelle ed ossa avrebbe vinto il suo primo incontro giovanile, dando così inizio alla più straordinaria carriera dei un campione del del pugilato moderno. Molti dei più grandi match della storia lo ebbero come protagonista.  

Campione olimpico a Roma nel 1960, si ritrovò nel suo paese d'origine, gli Stati Uniti d'America, a combattere con un avversario terribile: la segregazione razziale. Molto sensibile al problema, Alì prese subito a cuore le tematiche che colpivano in quegli anni la comunità nera americana.

Gli porteranno via il suo titolo mondiale e la licenza di pugile per aver rifiutato di servire l’esercito americano, si definì "obiettore di coscienza" rifiutandosi di partire per il Vietnam ("Nessun Vietcong mi ha mai chiamato negro", dichiarò alla stampa per giustificare la propria decisione) e venne condannato da una giuria composta di soli bianchi a cinque anni di reclusione, mai scontati.

Fu quello uno dei momenti più bui della vita del campione. Decise di ritirarsi e venne attaccato per il suo impegno nelle lotte condotte da Martin Luther King e Malcolm X. Poté tornare a combattere nel 1971 quando fu assolto grazie a una irregolarità nelle indagini svolte su di lui.

Colpito negli ultimi anni di vita dal terribile morbo di Parkinson, alle Olimpiadi americane di Atlanta 1996, Muhammad Alì sorprese e allo stesso tempo commosse il mondo intero accendendo la fiamma olimpica che inaugurava i giochi.

Il grande atleta, non si fece moralmente sconfiggere dalla malattia che lo accompagnò per trent'anni e continuò a combattere le sue battaglie di pace, in difesa dei diritti civili, rimanendo un simbolo per la popolazione di colore americana.